Data di pubblicazione: 25 Agosto 2024
Ultimo aggiornamento: Dicembre 31, 2024 5:04 pm
I nostri servizi
RSA – Residenza Sanitaria Assistenziale
Un ambiente confortevole e familiare dedicato a chi necessita di assistenza diretta e continuativa nell’affrontare la quotidianità; fornisce cure mediche, assistenza infermieristica e riabilitazione
COSA È E COSA FA
L’Apsp Benedetti è una struttura accreditata dalla Provincia autonoma di Trento e convenzionata con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) come Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) per 83 posti letto e, come Casa di soggiorno, per 2 posti letto. È inoltre autorizzata per alcuni altri servizi, descritti nella sezione “I servizi offerti”.
La Rsa fornisce servizi di carattere sociale, assistenziale e sanitario; risponde a chi necessita di trattamenti continui, ad anziani non autosufficienti, a chi non è curabile a domicilio e a persone non autosufficienti o con gravi disabilità fisiche o psichiche. La Rsa fornisce
- assistenza sanitaria medica, infermieristica e socio assistenziale; trattamenti riabilitativi per il mantenimento e il miglioramento dello stato di salute e del grado di autonomia della persona;
- riattivazione psico-sociale e prevenzione della sindrome da immobilizzazione;
- assistenza alla persona nello svolgimento delle attività della vita quotidiana;
- attività sociali e di integrazione col territorio e altre strutture e centri di riabilitazione.
La Casa di Soggiorno è una struttura residenziale volta ad assicurare condizioni abitative idonee per anziani autosufficienti, per i quali risulti in parte compromessa la capacità di condurre una vita autonoma o che, comunque, facciano espressa richiesta di ammissione.
COME SI ACCEDE
L’ammissione alla Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) è disposta, su domanda dell’interessato e nel limite dei posti letto disponibili, dall’Unità di valutazione Multidisciplinare (Uvm) del Distretto sanitario Centro-Sud: “strumento operativo” per la valutazione dei bisogni e degli interventi che meglio rispondono alle esigenze della persona.
L’Uvm può essere attivata:
- dallo stesso interessato o dai suoi familiari;
- dal medico di base;
- dai responsabili dei servizi socioassistenziali territoriali;
- dalle unità ospedaliere.
L’Uvm, a cui partecipa anche il medico di base, raccolte tutte le informazioni utili a una valutazione multidimensionale, si riunisce di norma con cadenza settimanale e, comunque, entro 15 giorni dalla richiesta di attivazione per la definizione del progetto individualizzato di intervento e l’inserimento del nominativo dell’utente nella lista di attesa. Nel momento in cui si rende disponibile un posto in Rsa, la direzione informa l’Uvm del Distretto, che provvede a comunicare il nominativo della persona, valutata non autosufficiente, da inserire nella struttura.
La domanda di accoglimento in posto di Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) non convenzionato con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) viene avanzata dall’interessato o da un suo familiare o persona di riferimento su apposito modulo reperibile all’ufficio amministrativo dell’Apsp Benedetti o scaricabile da questo sito.
Una volta compilato, il modulo va consegnato alla struttura, che fornirà tutte le informazioni del caso.
I criteri di ammissione sono definiti dal consiglio di amministrazione dell’ente e verificati da un’apposita commissione. La commissione incaricata, attraverso strumenti di valutazione predefiniti (nel dettaglio si tratta delle schede Barthel funzionale e mobilità, Exton Smith, Assistenza infermieristica e Short portable minimental status) stabilisce un punteggio e informa il richiedente o un suo familiare della tariffa che andrà a pagare: base o maggiorata per i residenti della provincia di Trento o completa per i residenti fuori provincia.
L’ammissione dei soggetti autosufficienti in Casa di soggiorno è disposta sulla base di una graduatoria interna.
Quando si libera un posto per autosufficiente, gli uffici provvedono a contattare telefonicamente il richiedente individuato, che è tenuto a comunicare l’accettazione del posto nei termini che gli sono indicati.
L’ingresso effettivo avviene il giorno concordato.
L’ingresso può essere differito in caso di ricovero ospedaliero o altro comprovato impedimento. In questi casi, l’onere economico è a carico del richiedente, in quanto la struttura mantiene il posto letto a sua totale e completa disposizione.
QUANTO COSTA
Tariffe 2025 – A.P.S.P. Cesare Benedetti di Mori
Descrizione | Tariffa |
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Retta alberghiera giornaliera per ospite residente in Provincia | € 52,00 |
Retta giornaliera per ospiti non residenti in Provincia (di cui € 97,24 da addebitare alle A.S.L. extraprovinciali di residenza) | € 149,24 |
Supplemento stanza singola | € 5,50 |
Quota mantenimento posto letto posti convenzionati | € 149,24 |
Pasto consumato presso la mensa in occasione di festività e manifestazioni | € 20,00 |
Pasto per familiari Hospice, RSA e utenti esterni | € 10,00 |
Servizio di trasporto di utenti per l’accesso a prestazioni sanitarie (Kangoo: €36,50, Trafic: €33,50, Pulmino: €34,80) | € 39,00 € 36,00 € 37,00 |
Servizio di accompagnamento per trasporti sanitari in caso di assenza e/o indisponibilità dei familiari, con operatore socio sanitario | € 24,00 |
Posti Letto Autorizzati e Non Convenzionati con l’A.P.S.S.
Descrizione | Tariffa |
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Retta base giornaliera per ospite residente in Provincia entrato ante 31/12/2023 | € 86,00 |
Retta base giornaliera per ospite residente in Provincia entrato dopo 01/01/2024 | € 90,00 |
Retta Maggiorata giornaliera per ospite residente in Provincia entrato ante 31/12/2023 | € 116,00 |
Retta Maggiorata giornaliera per ospite residente in Provincia entrato dopo 01/01/2024 | € 120,00 |
Retta Completa giornaliera per ospite non residente in Provincia (di cui € 78,87 da addebitare alla A.S.L. extraprovinciale di residenza) | € 149,24 |
CASA DI SOGGIORNO
retta alberghiera giornaliera | € 52,00 |
supplemento stanza singola | € 5,50 |
Nella retta giornaliera non sono incluse le spese per:
- medicinali di uso personale non forniti dall’APSS;
- spese per trasporto in autoambulanza se non assunte dall’APSS;
- spese per utilizzo del telefono;
- pulizia a secco di indumenti personali;
- spese per servizi personali particolari: es. assistenza individuale per la quale si deve ricorrere a personale non dipendente; servizio parrucchiera e podologo richiesti oltre alla misura determinata dall’Ente.
APPROFONDIMENTI
L’Apsp Benedetti dà concreta applicazione ai “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici”, specificati nella direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 27 gennaio 1994. Tali principi sono:
Eguaglianza: va intesa come divieto di discriminazione, non giustificata, e non come uniformità di trattamento che si tradurrebbe in superficialità rispetto ai bisogni dei residenti;
Imparzialità: i comportamenti nei confronti dei residenti devono ispirarsi a criteri di obiettività, giustizia e imparzialità;
Continuità: l’erogazione del servizio deve essere continua, regolare e senza interruzioni immotivate;
Diritto di scelta: il residente ha diritto di scegliere tra i diversi soggetti erogatori, ove consentito dalla normativa, in particolare per i servizi distribuiti sul territorio, rispettando e promuovendo l’autodeterminazione del residente non autosufficiente;
Partecipazione: il residente ha diritto di accesso alle informazioni, in possesso del soggetto erogatore, che lo riguardano e può formulare suggerimenti per il miglioramento del servizio;
Efficacia ed efficienza: il servizio pubblico deve essere erogato in modo da garantire efficienza ed efficacia;
Innovazione: sostenere lo sviluppo di nuove idee, ricercare la flessibilità e la libertà di azione.
Tutti gli operatori e professionisti che lavorano qui uniformano i propri comportamenti a questi valori.
La costituzione dell’azienda risale al 1851 per iniziativa di alcune persone, delle quali non si conoscono i nomi a causa della distruzione degli atti durante il conflitto mondiale 1914-1918, incaricatesi in un’apposita commissione. Con atto del 7 settembre 1850 la rappresentanza comunale di Mori incaricava un’apposita commissione «di tutte le indispensabili incombenze per l’erezione di un pubblico ospitale in Mori».
«La commissione era, in principio, determinata di far l’acquisto di un pezzo di terreno dai fratelli Sembenico e di intraprendervi sopra una nuova fabbrica ma che per inopinate difficoltà e per dispendio sommo decampò da questo progetto e si pose in trattative per comperare allo scopo indicato una casa in Villanuova». Con atto del 19 giugno 1851 «la commissione per la costituzione di un ospitale in Mori acquista da Giuseppe Dalla Vecchia la sua casa in Villanuova liberandola da ipoteche e pagando al venditore 2395,50 fiorini aurei».
Alla costituzione la casa era adibita ad ospedale e ricovero per indigenti e inabili al lavoro appartenenti al Comune di Mori. Con dispaccio dell’I.R. Ministero di Stato del 4 dicembre 1856, n. 26641 l’ospitale civile veniva assunto nel numero dei nosocomi pubblici generali. L’amministrazione faceva capo al Comune di Mori rendendosi probabilmente autonoma dopo il 1858 dal momento che con decreto dell’I.R. Pretura di Mori del 20 ottobre 1858 «per l’onor del paese e per tutelare la causa del povero bisognoso in un modo più preciso ed energico si promuove la sussistenza d’un civico ospitale in Mori con amministrazione propria e separata da quella del Comune». La pia opera fu denominata “Ospedale ricovero Mori” e amministrata dalla Congregazione di Carità. Con decreto prefettizio del 22 febbraio 1939, n. 44467/12 l’istituto di cura finora denominato Ricovero sito nel comune di Mori è classificato come “Infermeria mista”.
Successivamente la denominazione è stata ulteriormente modificata e precisamente:
• il 13 maggio 1961 il comitato di amministrazione dell’ente con deliberazione n. 4 provvede a modificare la denominazione in “Infermeria ricovero di Mori”;
• il 18 dicembre 1969 con deliberazione n. 24 si assume la denominazione “Casa di riposo Cesare Benedetti”, ma la deliberazione non fu mai approvata dall’organo tutorio, rimanendo così la precedente denominazione;
• nel gennaio 1985, con l’approvazione del nuovo statuto, l’ente assume la nuova denominazione in “Soggiorno Cesare Benedetti”.
Lo statuto dell’ente dovrebbe essere stato compilato la prima volta dopo il 1858 dal momento che l’I.R. Pretura di Mori con dispaccio 20 ottobre 1858 «attendeva dalla nuova amministrazione il più presto possibile la proposta d’un opportuno regolamento» e veniva rideliberato, in tempi più vicini, il 3 luglio 1935.
Molti furono i benefattori che concorsero ad aumentare il patrimonio, ma il più importante fu il signor Cesare Benedetti il quale nel 1923 con volontà testamentaria devolse l’intero patrimonio all’ente.
Tra gli anni ’60 e ’70 la struttura venne trasferita da Villa Nuova all’attuale collocazione.
Il 1° gennaio 2008, ai sensi della legge regionale 21.09.2005 n. 7, è stata costituita l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Cesare Benedetti.
Con la trasformazione in Azienda è stato possibile aprire nuovi servizi per il territorio, tra cui già nel 2012 l’Hospice, i posti non convenzionati a pagamento e la fisioterapia per esterni (servizio di recupero e rieducazione funzionale per utenti esterni).
Nel 2014 sono poi partiti il servizio di centro diurno a pagamento, gli ambulatori specialistici e a seguire il servizio infermieristico e assistenziale, domiciliare e ambulatoriale.
L’Apsp Benedetti ha sede in via Del Garda 62, a Mori (TN). L’edificio è circondato da un ampio giardino di circa sedicimila metri quadri, nel quale è stato attrezzato un percorso guidato per residenti con difficoltà nella deambulazione; sono stati poi collocati dei gazebo per godere della tranquillità della natura.
La struttura è articolata su quattro piani e comprende stanze singole e doppie (oltre a una tripla). A ogni piano ci sono soggiorno, sala tv e sala da pranzo.
Ci sono poi spazi comuni quali saletta bar, sala lettura, teatro, sala tv, palestra per fisioterapia, soggiorno, sala parrucchiera e sacrestia. Ancora, è presente lo studio medico e ci sono due infermerie: una al primo e una al secondo piano.
È presente anche una cappella per le funzioni religiose. Per le fedi diverse da quella cattolica, è stata dedicata una apposita sala spirituale.
Gli spazi comuni possono essere utilizzati anche per trascorrere del tempo coi propri familiari e amici. L’Apsp opera in favore dell’affettività dei propri residenti, anche attraverso la promozione di varie occasioni conviviali durante le quali si possa godere della presenza di una persona cara, mantenendo così le proprie relazioni significative durante pranzi, festività ed eventi particolari.
Le stanze sono dotate di arredi e attrezzature in base alle esigenze e ai bisogni dei residenti; c’è anche la possibilità di avere il telefono in camera.
Si può personalizzare l’ambiente con oggetti e arredi personali che hanno un valore affettivo, concordandone l’arrivo in struttura, allo scopo di vivere la stanza anche in tempi e modi diversi da quello del riposo. Si offre la possibilità di continuare ad accudire i propri animali domestici: per mantenere relazioni significative senza interrompere legami precedentemente creati, oppure per crearne di nuovi.
Una volta individuato il soggetto che deve entrare, questo o i suoi familiari vengono contattati per concordare il giorno e l’ora del colloquio pre-ingresso. Il colloquio è finalizzato ad approfondire la conoscenza della persona, a raccogliere ulteriori informazioni per predisporre l’accoglienza e a illustrare la casa e i servizi che fornisce. Durante il colloquio viene anche fissata la data dell’ingresso.
L’accoglienza del residente avviene, nel giorno e ora concordati, da parte dell’equipe, che provvede alla presentazione della struttura, del compagno di stanza e dei servizi offerti dall’azienda.
L’equipe si riunisce entro 21 giorni dall’ingresso del residente per definire il progetto di assistenza individualizzato (Pai), in condivisione con il residente stesso e con la sua famiglia. Tutto quanto interessa il residente sarà annotato nella “cartella clinico–sanitaria–assistenziale informatizzata personale” e verrà poi condiviso col residente stesso, il suo familiare di riferimento o il suo amministratore di sostegno/tutore.
Il senso dell’ingresso, e il tempo a esso dedicato dall’ente, serve a stabilire un rapporto di fiducia iniziale, base per il coinvolgimento futuro della rete familiare. L’ente tende infatti a coinvolgere i familiari e a favorire momenti di intimità coi propri cari, in particolare per compleanni, festività e ricorrenze.
La mission dell’Apsp Benedetti è garantire, nel rispetto dell’individualità, della riservatezza e della dignità della persona, una qualità di vita il più possibile elevata all’utente, autonomo o meno, considerandone i peculiari bisogni psicologici, fisici, sociali e spirituali, attraverso un’assistenza qualificata e continua, in stretta collaborazione con la famiglia.
La politica per la qualità che ne deriva, vede l’Apsp Benedetti di Mori impegnata a:
- Definire e aggiornare, sulla base di valutazioni multiprofessionali e interdisciplinari, progetti di intervento personalizzati, individuali e/o di gruppo, anche attraverso l’ausilio di strumenti informatizzati che garantiscono il monitoraggio continuo dell’evoluzione socio-sanitaria del residente;
- Perseguire livelli di salute ottimali, nell’ottica dell’approccio mutidimensionale alla persona, conservando, ripristinando o sviluppando le capacità funzionali residue dell’anziano oppure contenendo il peggioramento dello stesso;
- Garantire al residente un’assistenza qualificata con interventi personalizzati, attraverso la formazione continua del personale, al fine di sostenerne la motivazione e di aggiornarne le competenze professionali, in ragione del fatto che gli interventi di tutte le figure professionali sono finalizzati al soddisfacimento dei bisogni della persona;
- Collaborare per una maggior apertura ai servizi offerti al territorio, volta al miglioramento della vita del singolo e della collettività e all’integrazione tra i residenti nella struttura e la comunità di Mori e dintorni;
- Collaborare per una maggiore apertura al territorio, aumentando l’integrazione con l’Azienda sanitaria e il Comune di Mori, promuovendo incontri per identificare obiettivi comuni e realizzando progetti di effettiva collaborazione traendo forza dal fatto che tale collaborazione è da ritenersi un investimento sociale per il miglioramento della vita del singolo e della collettività;
- Razionalizzare le spese, attraverso un’analisi costante dei processi di erogazione dei servizi, che tengano conto delle risorse disponibili.
Tale tipologia interventistica si fonda quindi, oltre che su una politica per la qualità tesa al perseguimento di uno standard elevato dei servizi e al miglioramento continuo degli stessi, anche sulla trasparenza dell’operato e dell’etica professionale. A ciò si aggiunge la consapevolezza che per un soggiorno ottimale del residente risulta fondamentale l’umanizzazione, concetto chiave che, insieme a tutto il resto, contribuisce all’organizzazione di un servizio qualitativamente elevato.
INTERVENTI IN MATERIA DI QUALITÀ
Molti sono gli elementi che concorrono a stabilire un buon rapporto tra coloro che abitano la casa e le persone che a vario titolo vi lavorano. L’Apsp Benedetti si impegna periodicamente a rilevare la percezione sui servizi e le aspettative dei residenti e dei familiari attraverso questionari, interviste, focus group (gruppi di emersione).
All’interno del sistema qualità, le indagini sulla soddisfazione dei servizi contribuiscono a fornire informazioni utili per lavorare nella logica del miglioramento continuo.
Sulla base dei risultati, dati dall’elaborazione delle risposte pervenute, l’ente è in possesso di un indispensabile contributo per la costruzione e l’indirizzo delle attività, passando anche tramite la revisione e l’aggiornamento degli standard di qualità dichiarati all’interno di questo documento. Gli standard sono oggetto di un costante monitoraggio, il cui risultato costituisce anch’esso una delle basi sulle quali vengono programmati i piani di intervento e di miglioramento.
Altri strumenti di rilievo e monitoraggio della qualità dei servizi sono: alcuni indicatori clinici, eventi avversi ed eventi sentinella, segnalazioni scritte e verbali fornite da residenti e familiari, progetti di audit clinico e ulteriori schede di rilevazione.
IL MARCHIO Q&B – QUALITÀ E BENESSERE
Altro strumento per la gestione della qualità è l’adesione volontaria al Marchio “Q&B – Qualità e Benessere”: progetto promosso da Upipa (Unione provinciale istituzioni per l’assistenza) e creato col coinvolgimento di tanti amministratori, residenti, familiari, politici e dipendenti di diverse strutture del Trentino. Il progetto ha portato alla creazione di un marchio di qualità: Marchio Q & B – Qualità e Benessere ® – “L’arte della Qualità della Vita nelle Strutture Residenziali per Anziani”.
Il Marchio è uno strumento di valutazione reciproca e partecipata. Pone al centro il punto di vista dell’utente, la comunità, il confronto (benchmarking). Il marchio rende misurabile ciò che è importante (non importante ciò che è misurabile), è attento alla dimensione esistenziale e si focalizza sulla qualità della vita.
Il livello di qualità delle prestazioni è misurato attraverso 104 indicatori, strutturati su 12 fattori – corrispondenti ad altrettante dimensioni significative per la qualità della vita e il benessere in Rsa – che a loro volta si dividono in determinanti. Il sistema di valutazione prevede 5 tipologie di analisi: la verifica documentale, l’osservazione ambientale diretta, i gruppi di emersione coi residenti, i gruppi di emersione col personale e l’osservazione etnografica. È prevista inizialmente un’autovalutazione interna che prende in esame tutti i 104 indicatori. C’è poi la valutazione esterna effettuata dal “team di audit”: commissione che si ferma in struttura per un’intera giornata, anche pranzando coi residenti. La valutazione è effettuata su 3 determinanti scelti dall’ente, 3 scelti dal team di audit e 4 estratti a sorte. L’obiettivo della visita è validare l’autovalutazione interna. Se questo avviene, l’ente ottiene il titolo di “Benchmarker” e può partecipare ai confronti tra le Rsa partecipanti, sia trentine che fuori regione, utilizzando i risultati ottenuti per renderli pubblici e per lavorare sui punti critici: la logica è quella del miglioramento continuo, tipica dei sistemi di qualità.
I FATTORI DI QUALITÀ INDIVIDUATI DAL MARCHIO “Q&B”
1. RISPETTO inteso come possibilità di vedere riconosciuti dall’organizzazione il rispetto dei ritmi di vita personale, degli spazi privati, della privacy e della riservatezza dei dati, della dignità della persona e dei suoi valori.
2. AUTOREALIZZAZIONE intesa come possibilità di attuare ancora autonomamente le proprie aspirazioni, desideri, passioni, stili di vita e sentirsi appagati e soddisfatti di ciò, superando ove possibile gli ostacoli derivanti dalla non autosufficienza.
3. OPEROSITÀ intesa come possibilità di vedere espresse, promosse e valorizzate le capacità, le attitudini, le abilità, le competenze del residente nell’agire quotidiano e nella gestione del tempo libero, superando ove possibile gli ostacoli derivanti dalla non autosufficienza.
4. AFFETTIVITÀ intesa come possibilità di sviluppare e mantenere relazioni affettive ed emotive autentiche anche all’interno della residenza, sia con persone sia con oggetti personali e animali significativi.
5. INTERIORITÀ intesa come possibilità di fruire di occasioni, spazi e servizi adeguati per il raccoglimento spirituale (nel rispetto del pluralismo religioso), per riflettere sul sé e sul senso della vita anche affrontando l’esperienza della morte.
6. COMFORT inteso come possibilità di fruire di un ambiente fisico, nel quale la persona vive e opera, in grado di coniugare le proprie esperienze personali e di vita comunitaria con particolare attenzione alla dimensione familiare.
7. UMANIZZAZIONE intesa come possibilità di essere ascoltati nella propria globalità con una presa in carico attenta all’ascolto, alla personalizzazione degli interventi e alla dimensione umana e relazionale dell’assistenza.
8. SOCIALITÀ intesa come possibilità di trovarsi inseriti in un contesto sociale e comunitario aperto verso l’esterno, nel quale mantenere la comunicazione e lo scambio con la comunità di riferimento.
9. SALUTE intesa come possibilità di fruire di azioni di prevenzione, cura e riabilitazione erogate da personale professionalmente preparato, personalizzate e integrate nel contesto di vita quotidiano, evitando forme di accanimento e di sanitarizzazione eccessiva o non gradita.
10. LIBERTÀ intesa come possibilità di agire e muoversi liberamente entro limiti di rischio ragionevoli e correlati alle proprie capacità residue, esercitando la libertà di scelta nel rispetto delle regole della civile convivenza e partecipando alle decisioni dell’organizzazione riguardanti la vita quotidiana dei residenti.
11.GUSTO inteso come possibilità di fruire di un servizio di ristorazione con un’alimentazione sana, completa, varia e gustosa, adeguata alla libertà di scelta e alle condizioni di salute, senza eccessive restrizioni, collegata alle tradizioni alimentari del luogo e attenta alla valorizzazione della funzione sociale e cognitiva del momento dei pasti.
12.VIVIBILITÀ intesa come possibilità di vivere in un luogo caldo, accogliente, confortevole, pulito, con un’atmosfera stimolante e rispettosa delle esigenze dei residenti e del contesto della vita comunitaria.
- DIRITTO ALLA VITA. Ogni persona deve ricevere la tempestiva, necessaria e appropriata assistenza per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali per la vita (alimentazione, idratazione, ventilazione, igiene, protezione ambientale, movimento, evacuazione, riposo, sonno, comunicazione, ecc.);
- DIRITTO DI CURA E ASSISTENZA. Ogni persona deve essere curata in scienza e coscienza e nel rispetto delle sue volontà;
- DIRITTO DI DIFESA. Ogni persona in condizioni psico-fisiche di inferiorità deve essere difesa da speculazioni e raggiri e/o danni fisici derivanti dagli ambienti circostanti;
- DIRITTO DI PREVENZIONE. Ogni persona deve essere assicurata, per quanto possibile, nei confronti di attività, strumenti, presidi sanitari e atti che possano arrecare peggioramenti e/o danni alla salute e/o alla sua autonomia;
- DIRITTO DI PAROLA E DI ASCOLTO. Ogni persona deve essere ascoltata e le sue richieste devono essere accolte ed esaudite nei limiti del possibile;
- DIRITTO DI INFORMAZIONE. Ogni persona deve essere informata circa le procedure e le motivazioni che sostengono gli interventi di cui è oggetto;
- DIRITTO DI PARTECIPAZIONE. Ogni persona deve poter partecipare alle decisioni che riguardano se stessa;
- DIRITTO DI ACCETTAZIONE. Ogni persona deve essere accettata come individuo portatore di “valori” e non etichettata;
- DIRITTO ALLA CRITICA. Ogni persona può esprimere liberamente il suo pensiero e la sua critica inerente le attività e le disposizioni che la riguardano;
- DIRITTO AL RISPETTO E AL PUDORE. Ogni persona deve essere chiamata con il proprio nome e cognome e deve essere rispettata la sua riservatezza e il concetto di pudore;
- DIRITTO DI RISERVATEZZA. Ogni persona ha diritto al rispetto del segreto su notizie personali da parte di chi eroga direttamente o indirettamente l’assistenza, anche secondo quanto previsto dal D.lgs. n.196/2003 e successive modificazioni;
- DIRITTO DI PENSIERO E DI RELIGIONE. Ogni persona deve poter esplicitare le sue ideologie filosofiche, sociali e politiche, nonché praticare la propria confessione religiosa.
- accettazione dei servizi resi così come sottoscritti al momento della presentazione della domanda;
- rispetto assoluto degli altri residenti presenti nella struttura, delle loro idee, delle loro abitudini, dei loro comportamenti;
- rispetto del personale operante all’interno della casa di riposo, favorendo al massimo il loro lavoro e riuscendo a capire che solo in questo modo si può pretendere un servizio sempre migliore;
- comportamento civile, corretto, disponibile;
- comprensione, generosità, collaborazione verso gli altri residenti;
- accettare il regolamento della struttura e ogni eventuale disposizione definiti dalla direzione;
- non esprimere valutazioni e giudizi lesivi dell’onorabilità dell’Apsp Benedetti;
- versare i corrispettivi dei servizi ricevuti secondo le procedure previste nella carta dei servizi e nei regolamenti definiti dall’ente.
- colazione dalle 7.30 alle 9.30
- pranzo dalle 11.30 – su due turni: per primi vengono serviti i non autosufficienti
- merenda dalle 14.30
- cena dalle 17.40 – su due turni: per primi vengono serviti i non autosufficienti
La Benedetti vuole stabilire un vero e proprio patto coi cittadini e gli utenti. Gli standard di qualità sono obiettivi che l’ente si impegna a garantire, nella consapevolezza che ciò richiede notevoli sforzi organizzativi e investimenti in termini di risorse umane e materiali.
Il miglioramento continuo rappresenta l’obiettivo che l’ente si pone per il futuro, mentre gli standard rappresentano una garanzia quantitativa e qualitativa di prestazioni, che l’ente si impegna ad assicurare nell’immediato.
Al fine di consentire all’utente di verificare concretamente il rispetto degli impegni che l’ente assume nei suoi confronti, si riportano – nell’Allegato 1 della Carta dei servizi – i fattori di qualità che caratterizzano alcuni aspetti del servizio, dandone anche una misura quantitativa e specificando la percentuale di casi in cui viene garantito lo standard delle prestazioni.
Questi standard sono oggetto di controllo costante e di verifiche annuali e/o semestrali, allo scopo di valutare i risultati conseguiti ed eventualmente aggiornare gli impegni assunti. Anche in caso di sciopero, vengono garantiti gli standard minimi di servizio concordati con le organizzazioni sindacali.
L’Apsp Benedetti garantisce la funzione di tutela nei confronti dell’utente anche attraverso la possibilità di presentare osservazioni a seguito di un disservizio, atto o comportamento che abbia negato o limitato la fruibilità delle prestazioni. Il cittadino/utente e/o i rappresentanti dei residenti possono presentare osservazioni inviando alla direzione dell’ente:
• l’apposito modulo, compilato e sottoscritto, che può essere scaricato dal sito internet, richiesto presso gli uffici dell’ente o prelevato autonomamente dall’apposito contenitore al piano terra della struttura;
• oppure una lettera in carta semplice – o un’email – datata e sottoscritta.
La direzione riceve i reclami, le osservazioni e i consigli presentati dai cittadini, dagli utenti e dagli organismi che li rappresentano. Provvede a dare al cittadino/utente immediata risposta per le segnalazioni e i reclami che si presentano di immediata e prevedibile soluzione; nei casi più complessi, predispone l’attività istruttoria, acquisendo tutti gli elementi necessari alla formazione di relazioni o pareri dal responsabile dell’ufficio interessato; predispone una lettera di risposta all’utente entro 45 giorni dalla presentazione del reclamo, provvedendo a informare il presidente dell’accaduto.
Le osservazioni presentate verranno analizzate attentamente, comprese quelle verbali rivolte – e quotidianamente raccolte – dai referenti dei servizi, di cui si tiene traccia formale; il tutto anche al fine di monitorare i problemi esistenti e progettare i miglioramenti dei servizi forniti.
- medicinali di uso personale non forniti dall’Apss;
- trasporto se non assunte dall’Apss;
- utilizzo del telefono;
- pulizia a secco di indumenti personali;
- servizi personali particolari, servizio parrucchiera e podologo richiesti oltre alla misura determinata dall’ente.
- Legge 7 agosto 1990, n. 241 – “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e diritto d’accesso ai documenti amministrativi”.
- Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994 – “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici”.
- D.L. 12 maggio 1995, n. 163 – “Misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e per il miglioramento dell’efficienza delle pubbliche amministrazioni”.
- Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 maggio 1995, “Schema generale di riferimento della Carta dei servizi pubblici sanitari”.
- D. Lgs. 30 luglio 1999 n. 286 – “Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59”.
- Legge 8 novembre 2000 n. 328 – “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato d’interventi e servizi sociali”.
- DPR 3 maggio 2001 – “Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003”
- D.M. 21 maggio 2001 n. 308– “Regolamento concernente requisiti minimi e strutturali e organizzativi per l’autorizzazione all’esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale a norma dell’art. 11 della L. 8 novembre 2000 n. 328”.
- Legge Regionale 1 agosto 1996 n. 3 – “Nuova disciplina delle IPAB”
- Legge Provinciale 28 maggio 1998 n. 6 – “Interventi a favore degli anziani e delle persone non autosufficienti o con gravi disabilità”.
- D.P.G.P. 27 novembre 2000 n. 30-48/leg) – Regolamento concernente “Disciplina in materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private ai sensi dell’art. 43 della L.P. 3 febbraio 1998, n. 3” .
- D.P.G.P. 27-8-2001 n. 28-79/Leg – Regolamento sull’autorizzazione al funzionamento e sulla vigilanza delle strutture socio-assistenziali residenziali e semiresidenziali ai sensi dell’articolo 35 della legge provinciale 12 luglio 1991, n. 14, e successive modificazioni, recante «Ordinamento dei servizi socio-assistenziali in provincia di Trento».
- Legge Regionale 21 settembre 2005, n. 7 – “Nuovo ordinamento delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza – aziende pubbliche di servizi alla persona.”
- Legge Provinciale 27 luglio 2007, n. 13 –“Politiche sociali nella Provincia di Trento”.
- Direttive Provinciali per l’assistenza sanitaria provinciale e assistenza a rilievo sanitario nelle residenze sanitarie assistenziali (Rsa).